150° Anniversario Battaglia di Palestro


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IL MONUMENTO OSSARIO


Il giorno 28 maggio 1887, "(...) il Consiglio Comunale di Palestro presieduto dal Sindaco Giovanni Cappa e dai signori consiglieri componenti il numero legale, (...) considerando che l'Italia, fatta una e indipendente, ha innalzato monumenti atti a raccogliere le sacre reliquie dei generosi che combatterono per essa e concorsero alla sua libertà, (...) e che a Palestro, ove si combatterono le due gloriose battaglie del XXX e XXXI maggio 1859, ed ove gareggiarono di eroismo i due reggimenti del 9 ° e 10° Fanteria e le truppe Francesi, manca un ossario che raccolga i resti di quei valorosi che col loro sangue suggellarono i gloriosi fatti darmi, sulla proposta della Giunta municipale intendendo di radunare gli avanzi dei prodi che caddero sul campo nelle memorande battaglie del 1859, e porre ad essi un perenne ricordo (...) unanime

Delibera


di erigere in Palestro un'ossario ai caduti nelle battaglie del XXX e XXXI maggio 1859, coll'incarico alla Giunta di eleggere all'uopo apposito Comitato (...)".

Il Comitato viene costituito, il progetto viene affidato all'Arch. Giuseppe Sommaruga e, ai primi di giugno del 1892 i lavori per la costruzione dell'Ossario incominciano. L'impresa Basso di Vercelli, con il miglior ribasso, vince l'appalto dei lavori e ne è la ditta esecutrice. Il 15 settembre e il 5 dicembre giungono al Comitato, dal Ministro della Real Casa Urbano Rattazzi, a nome di S.M. il Re Umberto I, due vaglia di lire 3 e 5 mila "per affrettare l'ultimazione del Monumento ai Caduti di Palestro" e, con l'inizio della primavera del 1893, dopo quasi un anno dall'inizio dei lavori, il monumento è concluso. L'inaugurazione dell'Ossario viene celebrata il 28 maggio 1893 ed il Sindaco Cappa pubblica il programma della manifestazione.

COMUNE DI PALESTRO
Inaugurazione dell'Ossario in cui sono raccolte le reliquie dei caduti nelle giornate del 30 e 31 maggio 1859 La patriottica solennità verrà celebrata nel mattino di domenica 28 maggio con le seguenti norme che si fanno di pubblica ragione. Le rappresentanze ufficiali e quelle delle Società militari, operaie ed altra qualsiasi natura saranno ricevute alla Stazione da apposite Commissioni del Municipio e del Comitato all'arrivo di ciascuno dei treni del mattino.
Alle ore 9.30 - Ricevimento solenne delle rappresentanze ufficiali nella gran sala del Palazzo comunale e partenza per l'Ossario.
Alle ore 10 - Inaugurazione dell'Ossario, terminata la quale le rappresentanze ufficiali si recheranno dopo visitato il monumento sulla Piazza 30-31 Maggio, nel Palazzo municipale per assistere alla sfilata delle Società militari ed operaie, delle rappresentanze con bandiera intervenute alla festa.
Alle ore 1 - Pranzo Sociale dei Sodalizi popolari nel cortile del Palazzo municipale.
Nel pomeriggio - Concerti della banda musicale municipale di Mortara sulla Piazza 30-31 Maggio.
A notte - Fuochi artificiali per cura del valente pirotecnico Chiabotto di Torino e illuminazione del Borgo.
Nel giardino e sulla spianata dell'Ossario non avranno accesso che le rappresentanze ufficiali, gli ufficiali in uniforme, le società ed i corpi ordinati con bandiera; nel palco riservato al Comitato le signore provviste di speciale biglietto. La popolazione colta e gentile ottemperando spontanea a queste disposizioni, ed agli avvisied inviti dei rappresentanti del Comitato e degli agenti del Comune e della pubblicaforza, renderà senza alcun dubbio anche più solenne per ordine e per contegno questagrande festa della gratitudine, con cui l'Italia consacra ad eterno culto la religione di coloroche per essa son morti.


Palestro, 23 maggio 1893
Il Sindaco - CAPPA



Interno Monumento Ossario


IL TRASFERIMENTO DELLE OSSA

Ma prima del giorno 28 avviene un altro avvenimento importante: il giorno di lunedì 22 maggio vengono trasferite le ossa dei valorosi caduti dal cimitero all'ossario con grande concorso di pubblico e ripreso da molti giornali italiani ed esteri. Il Vessillo di S. Eusebio di Vercelli, il 27/5/1893 scriveva:
All'Ossario di Palestro La funzione di lunedì 22 pel trasporto delle ossa superò l'aspettazione. I forestieri arrivati dai dintorni i più da Vercelli, riempirono il paese in modo, che in certe contrade difficilmente vi si poteva passare; se ne vedevano molti di famiglie signorili.
Poco dopo il mezzodì giunse la fanteria, quindi la cavalleria.
Circa le 5 pomeridiane le associazioni religiose e civili, si misero in moto verso il Cimitero, dove stava preparato un'elegante carro funebre con le ossa entro varie casse. Compiva il mesto rito il rettore del luogo D. Antonio Daffara circondato da tutti i suoicolleghi del Vicariato come parroci di paesi, che nelle battaglie di Palestro ebbero la loro parte quale specialmente Confienza, Vinzaglio e Torrione. Cantato il Deprofundis la processione si avviò all'Ossario, ma era tanta la folla chese la Cavalleria non fosse preceduta ad aprire il passo non si sarebbe potuto andar avanti.
Seguivano il feretro numerose rappresentanze, fra cui notavasi l'ori. deputato Lucca. Davano al corteo un aspetto commovente i soldati coi nastri ed il contegno a lutto. Le flebili armonie della banda militare accompagnate dal suono delle campane ed alternate dal canto del Miserere toccavano il cuore degli spettatori, i quali in gran calca assistevano riverenti allo sfilare della lunga e ben ordinata processione. Quale spettacolo quando si giunse rimpetto al poggio dell'Ossario! I suoi pendiied i campi circonvicini erano così gremiti di gente arrampicatasi fin sugli alberi da presentare una veduta degna di essere fotografata.
Là furono estratte dal carro le casse e a mano d'uomini portate entro l'Ossario, dove disposte a modo di catafalco si coprirono con un drappo mortuario. Allora dal gradino della porta si rivolsero i discorsi ad una moltitudine immensa, stipatasi all'intorno. Aprì l'arringa il parroco del luogo, il quale disse dei caduti e dell'Ossario considerati dal lato della religione e della patria.
Sorse quindi il cav. avv. Edoardo Daffara il quale parlò con enfasi dell'importanza delle battaglie di Palestro, trattando pure dell'amor patrio in relazione col sentimento religioso. Vi si presentò poi il cav. Cesare Faccio, il quale colpì l'uditorio colla scultoria descrizione dei due soldati austriaco e piemontese caduti l'uno accanto all'altro vittime vicendevoli del loro eroismo.
Ultimo a parlare fu il geom. Celeste Galante, segretario del Comitato, il quale ebbe dei tratti felici, massime quando in fine mandò un brioso sa-luto e ringraziamento alla truppa schierata sullo stradale. Le parole degli oratori eran interrotte dagli applausi che scoppiavano più vivi al termine dei discorsi. Poscia fatte le esequie e benedetta la cripta, la Processione, cantando il Miserere, ritornò alla Chiesa parrocchiale, dove fu il più bello della funzione.
Fatta l'esposizione del Santissimo s'intuonò il Deprofundis per pregare ancora una volta in suffraggio dei valorosi soldati, molti dei quali spirarono in quel sacro recinto. Quindi dalla società dei giovani cantori del paese sotto la direzione del Viceparroco don Lorenzo Daffara si cantò un Tantum Ergo di Monsignor Cagliero, puntualmente accompagnato all'organo dal maestro Tito Pagani. In fine ebbe luogo la benedizione impartita dal teologo Ronza Vicario foraneo di Robbio. Così senza alcun disordine, con piena soddisfazione di tutti si compì la religiosa funzione la quale lascierà in quanti vi furono presenti una memoria imperitura. E vero che fu alquanto molestata dalla pioggia; ma anche la pioggia ci volle entrare a rendere più espressiva la commemorazione poiché appunto nel furore della battaglia del 30 maggio pioveva dirottamente. Il dì seguente l'egregio sindaco cav. Giovanni Cappa a nome della Commissione Esecutiva per l'Ossario scrisse una lettera compitissima di congratulazione al Parroco per esprimergli il suo compiacimento pel modo ordinato con cui procedette la solenne cerimonia e pregandolo di esternare le sue più sentite azioni di grazie alle Confraternite dello storico borgo, ai parroci del Vicariato ed agli altri sacerdoti, che col loro intervento concorsero rendere più maestosa la funzione. Va pure attribuita una lode speciale al cav. avv. Edoardo Daffara, il quale fu il primo a promuovere la sottoscrizione per l'opera dell'ossario, e seppe così bene secondare i pii desideri della popolazione. Come scendono gradite al cuore le feste quando sono animate dalla religione! Dio voglia che anche l'inaugurazione fissata a domani 28 abbia a riuscire splendida, con ordine e rispetto alle convinzioni religiose senza la-sciar traccia di rammarico. Sulla porta della Chiesa parrocchiale eravi un'epigrafe, dettata dal Viceparroco don Lorenzo Daffara del seguente tenore: Alle anime dei forti che nelle memorande giornate 30 e 31 maggio 1859 caddero lasciando ai posteri illustre esempio di valore e di fede, il Dio degli eserciti conceda l'eterna requie.




ARCHITETTO GIUSEPPE SOMMARUGA
Progettista dell'Ossario


"Artista geniale, valoroso e forte, al quale la fama sorride nella primavera della vita con tanta dolce lusinga, come sorride a pochi …" Con queste parole si apre l'articolo dedicato al progettista dell'Ossario,
comparso sulla pubblicazione "PALESTRO" edita nel 1893 da "Gallardi e Ugo Editori - Vercelli".
Giuseppe Sommaruga nasce a Milano il 10 luglio 1867. Dopo aver frequentato l'Istituto Tecnico, dove dimostra una innata propensione al disegno e alla meccanica, nonostante il parere contrario del padre che lo vorrebbe commerciante, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Brera.
Fu allievo del pittore Giuseppe Mentessi e dell'architetto Camillo Boito, esponenti del movimento della Scapigliatura Milanese e dell'architetto Luca Beltrami, progettista di molti edifici di Milano (dalla sede del Corriere della Sera al Palazzo della Permanente). Conclusi gli studi nel 1890 e conseguito il "diploma di professore e architetto", inizia una brillante carriera di progettista.
Si mette in luce con il primo premio al concorso internazionale di architettura di Torino nel 1890, ed un suo progetto vince il concorso per la realizzazione del nuovo Palazzo del Parlamento a Roma, voluto da Francesco Crispi, ma mai realizzato per motivi economici.
Nel 1893 realizza l'Ossario di Palestro definito "… un piccolo e ardito edificio dalle linee eleganti e piacevoli … monumento che fa onore all'arte italiana, onore grandissimo all'ingegno del suo valente autore …".
Nel 1901 progetta Palazzo Castiglioni a Milano; nel 1906 la Palazzina Salmoiraghi sempre a Milano; nel 1907 Villa Faccanoni e nel 1908 il mausoleo Faccanoni a Sarnico (Bg). Tra il 1908 e il 1914 realizza Villa Romeo (ora clinica Columbus) a Milano, il Palace Hotel a Varese, l'Hotel Tre Croci e il ristorante Belvedere a Campo dei Fiori di Varese.
Sommaruga, apprezzato esponente del Liberty italiano, ha saputo creare un proprio e inconfondibile stile personale, molto plastico, ma attento a non trascurare la praticità e la funzionalità. Gli edifici realizzati dopo il 1910 testimoniano un suo interessamento e avvicinamento al Futurismo, corrente artistica nata proprio in quegli anni.
Giuseppe Sommaruga muore a Milano il 27 marzo 1917.




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